Radici filosofiche

La psicologia e il suo sviluppo devono molto alla filosofia. La filosofia, disciplina che si interroga circa le questioni del mondo e dell’uomo, ambisce alla conoscenza dell’essere e della realtà in cui viviamo. La psicologia ha quindi molto a che fare con la filosofia. E la psicoterapia della Gestalt non è un’eccezione, affondando le sue radici in diverse correnti filosofiche, tra le più importanti la visione esistenzialista dell’uomo e l’approccio fenomenologico all’esperienza.

Esistenzialismo e fenomenologia

radici

Della prima l’approccio gestaltico condivide alcuni fondamentali presupposti come il primato del vissuto concreto nei confronti dei principi astratti, l’irripetibile singolarità dell’esperienza umana mai completamente assimilabile a modelli generalizzati di riferimento, la nozione di responsabilità (abilità a rispondere), di possibilità di scelta pur all’interno di innegabili condizionamenti biologici e socio-ambientali. Nella terapia gestaltica non ci occupiamo soltanto di trattare con i sintomi o con la struttura caratteriale, ma con l’esistenza totale della persona. Nella pratica gestaltica ci si concentra sul vissuto concreto, sull’autenticità, sulla creatività, riconoscendo la singolarità e l’originalità di ogni esistenza umana. Il focus non è l’essere, ma l’esistere, cioè l’essere nel tempo.

Il metodo fenomenologico influenza il fare terapeutico proprio della Gestalt, che si realizza nell’esperienza, prendendo continuamente in considerazione il fenomeno primario (l’oggetto) e il fenomeno secondario (l’effetto che fa) nel qui e ora, aprendosi alla percezione e alle sensazioni sospendendo giudizi, preconcetti e interpretazioni a priori. Dalla fenomenologia la Gestalt prende anche il suo focus sul “come” piuttosto che sul “perché” degli avvenimenti, sul vissuto immediato così come viene percepito e sentito corporalmente in ogni esperienza che l’essere umano fa, e sull’intenzione che lega ogni sensazione, pensiero, emozione o azione ad un oggetto, reale o immaginato che sia.

Partendo da questi presupposti, in psicoterapia della Gestalt non si assume per vera l’esistenza di una realtà totalmente oggettiva, né completamente soggettiva. Esiste una realtà intersoggettiva, vale a dire una realtà che esiste in quanto verificabile all’interno del dialogo con un’altra persona. È il fatto che esista una realtà vera in quanto intersoggettiva che dà senso all’andare dallo psicologo: qui è possibile mettere sul piatto la propria realtà e confrontarla con un’altra visione che per l’ora di terapia é “lì per noi”, verificarla e confermarla o decidere di cambiarla.